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- Pubblicato: 16 Luglio 2010
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GANDINO Giovanni Francesco (13.04.1606 - 05.02.1652), padre dell'autore.
Gandino Giovanni, Alveario Cronologico, pp. 451-455. (Cfr. Giardino, pp. 212-216).
Edizione: Casanova, 1996.04.
Di Giouan Francesco nostro Genitore e Figliolo ultimo Genito di Lucretio Scipione Gandino nostro Auo.
Il buon gienio, et intemerate[1] azioni di Giouan Francesco Gandino meritano Eloggi di lode singolare, e di memoria riguardeuole ed indelebile. Hebbe questi da Lucretio Scipione, e da Tadea sua Consorte alli 13 d’Aprile dell’Anno 1606 in questa Casa e Castello il Lui nascimento. Di particolare inclinazione uerso alla Religione; La doue dal lui Genitore fù ben educato nelle Scole dell’humane lettere, et anco della musica nella Patria in Brescia, e medesimamente in Bologna, con sentimento uniforme[2] d’habilitarlo a prendere la veste, ò Habito del Glorioso Patriarca Santo Domenico, nella cui Religione sono fioriti tanti Sogetti di questa Patria, che non meno quella, e questa, che i loro nomi tanto honororano, {come}[3] la Chiesa medesima ancora. Quando poi occorso al Genitore di rimaner priuo di Giouan Battista altro suo Figliolo, per mezzo del quale pensaua sostenere la continouazione della sua Casa, conuenne [452] aplicare questo sentimento, e speranza in Giouan Francesco; aplicollo perciò alli Studij spettanti alle leggi Ciuili e municipali, e poi alla Pratica del Studio di Giouan Paolo Guadagno causidico in Brescia ad apprendere le cognicioni del Foro, di ben[4] formare Scriture et Istromenti, per diuenirne a seconda del {genio}[5] del Genitore notaio, come seguì l’Anno ...[6] Cosí pure desideroso il veshio[7] suo Padre di ueder per mezzo di questo Figliolo propagarsi la sua Familia, l’accasò con Vittoria Figliola di Giouanni Pizzoni suo intimo Amico Nobile Originario della Città di Lodi, nato in Quinzano et abitante nella Parochia di Santo Lorenzo in Brescia: Contratto familiarmente manegiato dalli Genitori medemi e stabilito con piena sodisfacione loro, e de Figlij medesimi, seguendone colà lo Sposalicio alli 26 di Genaro dell’Anno 1630 circa due hore di notte nella Disiplina della Preostura di Santo Lorenzo: E colà fermandosi per alcuni Anni nella nostra Casa in Contrata di Santo Domenico, riportò dalla Moglie, in quei tempi gli Parti delle due prime Figliole: Premendo poi alla Comunità di questa Patria d’hauere sogetto, che fedelmente sostenesse lo grado della Cancelaria, et al Genitore l’economia della Casa, fù chiamato sostenere le sue Veci, che sin che uisse impuntabilmente ne adempí le parti, impartendo alla medema et a queste Chiese il suo Seruiggio di sonarli li Organi et a questa Dottrina Cristiana di Canceliero. Fù egli quello, che insiunuò[8] [!] al Publico[9] di fare alla Chiesa Parochiale l’Organo presente; mentre per auanti ue n’era un altro {portatile}i nel Coro di niuna ueduta, e di pochi Registri, al quale esempio anco la Chiesa di Santo Rocco ne fabricò un altro di uaga ueduta, stati ambidue da lui’ prima d’ogn’altri sonati, e per auanti in quella Chiesa di Santo Rocco, e di Santo Gioseffo soleuasi[10] sonare solo il regale portatile, che qui si chiama col titolo {di}i Cigale: Instromento [453] antico di questa Terra, che poi postosi in disuso, per essere prouedute queste Chiese d’Organi, era mal andato, e per uendersi per il solo materiale delle Canne, che Io risolsi comperare per mera curiositá, et acciò si conserui una memoria di Instromento tanto Antico, ch’ha seruito a queste Chiese, del quale tutt’hora se ne honora questa Parochiale nel uficiare la Settimana Santa. Diletauansi in quei tempi questi boni Religiosi asai molto della musica, esercitandola[11] non uenalmente né per uana ostentazione, ma liberalmente, e per solo honore di Dio, e di questa Chiesa, Onde di souente radunauansi in questa Casa a far le pruoue delle messe, Vespri, et Hinni, et altre composizioni musicali, per meglio riusire poi al Cantarle in Chiesa, con loro somma alegria, e contento del Popolo, della Patria, e uicinato ancora. Hebbe questi in quei tempi dalla moglie gli Parti di due altre Figliole, che per esser Femine, ne uiueua al quanto malenconico per il dubio, che la Casa non si propagasse; Onde da lui, e da tutti della Casa fatti li ricorsi a Dio per mezzo di deuozioni fatte al Glorioso Santo Nicolò, et a Santo Filippo Neri, col dono fatto al Altare di quello un ricco Camice, Touaglie, Candelieri pesanti di fino Ottone, una Veste di Drappo nobile, della Lui propria Genitrice con cui fù al Altare fatti li Pali: Come anco il Dono specioso di due Angeli in statua uagamente dipinti ed adorati,[12] ne sortí la Consolazione bramata da lui, dalla moglie, dalla Casa, e dalli Amici ancora, che tutti annelauano, pregando medesimamente anch’essi di uederlo consolato; Onde seguí poi, che fece uarij milioramenti alla Casa, e specialmente al Fenile, una galante Capella ò Chiesetta piturata della incoronacione della Beata Vergine Maria del Angelo Custode, e molti altri SSanti suoi Deuoti, acciò[13] preseruino la Prole, Case et il Patrimonio suo. [454] maritò a persuasione, e maneggio del Dottor di midicina Conte Bartholameo Padouano intimo di questa Casa, Teodora sua prima Genita d’Anni solo 15 nella persona di Pietro Rosino speciale[14] Cittadino di Brescia ben stante colà et in Quinzano in ambi i Luogi esercitandone cinceramente l’Arte con darli prontamente in Denaro la Dote dal sudetto mediatore stabilita, la quale uiuendo col marito poco più di trei Anni per parto ne morì di solo 18 Anni non per anco compiti ne morì l’Anno 1650 con spiacere uniuersale di queste Case, e specialmente del Genitore, che poi pochi Anni ne sopra uisse’; mentre nelli ultimi mesi della sua vita infermatosi da febre che ne rimase non affatto risolto, fù poi sopra gionto da una doglia nel Lato sinistro, che ne conuenne socombere alli 5 di Febraro 1652 nel Età solo d’Anni 46 rendendo[15] l’Anima sua al Creatore munita di tutti Santisimi Sacrementi, e Benedicioni Spirituali.
Fù molto sensibile questa perdita alla Casa, alla Comunità alle uenerande Scole, et alle Genti della Patria, che notoriamente con le lagrime, e singhiozzi ne diedero pieni Argomenti, come pure molto rincrebbe alli Kaualieri uicini, e specialmente alle due Famiglie Martinenghe del Castelletto, e di Padernello, fra le quali in quei tempi premendo grandi uertenze, e questioni ireconciliabili et abitando in questa Terra, stando tutte sù le Arme, tutta era come, loro in gelosie, e confusioni, dalli quai Kaualieri esendo or dagl’[16]uni, et or dalli altri contrarij, chiamato di souente, e d’ogni tempo a legerli Lettere, Scriture, Scriuere, e rescriuere, e rogarli Instromenti, non conobbero giá mai in Lui uenalità di sorte, né minima Ombra di parcialità ueruna, che anci sempre più presso di loro s’accrebbe’ nella Stima, e nel concetto d’Huomo giusto fedele et integerrimo. Lá doue seguitone poi frà [455] d’essi l’Armistizio, e retiratisi in Brescia, in quel tempo seguí la morte del Genitore mio, la quale peruenuta alle noticie de medesimi Kaualieri, ne mostrorano segni, di grande[17] dispiacere, e {di}i rencrisimento mandandone a passare alla Casa oficiose condolienze con le espresioni d’hauer perso un sogetto, honorato, bon neutrale, di Consiglio e nelle azioni sincero et impontabile. Ramemora la sua Vita il nostro Zio Prete Pietro Antonio suo Fratello, ne manuscriti proprij, riferendone altre qualità honoreuoli alla diuotione sua[18] uerso de Santi, alla pietà uerso de Poueri e del suo grand’Amore uerso Dio etc.
Haueua (per quanto mi uien riferto da chi meglio di me l·á conosciuto, esendo Io all’hora, che morse giouinetto) statura proporcionata, uolto quadrato, Occhij neri, fisonomia alegra, Capelli rizzi, et andamento spedito.
Ioannes Gandinus Filius Physicus Scribente
Alouisio Cerattello Die 16 maij 1703.[19]
[1] Segue «azzi», cancellato. [2] Segue «dabi», cancellato. [3] Nell’interlinea, a correzione di «che i loro nomi, e», cancellato. [4] Segue «scriu», cancellato. [5] Nell’interlinea, a correzione di «giegnio», cancellato. [6] Spazio bianco nel ms. [7] Scil. “vechio”. [8] Corretto da «insunuò». [9] Corretto da «Puplico». [10] Corretto da «soleuansi». [11] Segue «per mera», cancellato. [12] Scil.: dorati. [13] Segue «P», cancellato. [14] Scil.: speziale. [15] Segue «l’Amina», cancellato. [16] Corretto da «dall’» (o viceversa). [17] Segue «spi», cancellato. [18] Segue «de», cancellato. [19] Trad.: “Giovanni Gandino figlio medico, scrivente Luigi Cerattello, 16 maggio 1703”.