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- Scritto da tc
- Pubblicato: 09 Gennaio 2010
- Ultima modifica: 09 Febbraio 2016
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PIZZONI (Piccioni) Agostino (1582 - 16.10.1646), sacerdote e cronista.
Nember, Giuseppe, Gli Scrittori, e Uomini più chiari di Quinzano Paese illustre della Provincia di Brescia, ora chiamata Dipartimento del Mella, ms autografo già nell’archivio Nember di Quinzano, luglio-settembre 1810, pp. 35-36.
Edizione: Nember-Guerrini, 1934, n. XXXVI, pp. 113-114.
XXVII. Piccioni Agostino Prete
Agostino Piccioni, o Pizzoni come alcuni scrivono, illustrò col suo nome la famiglia, e con la sua penna la patria. Egli nacque l’anno 1582. La natura non fu avara con lui de’ suoi favori, e collo studio severissimo perfezionò d’avvantaggio le doti del suo spirito. Tutti i lumi, che traeva dai suoi Maestri, e che ricavava dalla lettura de’ buoni Libri li diriggeva a fine di rendersi degno di essere un giorno trà le mani del Signore un istromento delle sue misericordie per la salute delle anime. Giunto all’età di 19 anni abbracciò lo stato ecclesiastico. In Brescia diede pubbliche prove de’ suoi studj tanto filosofici, quanto teologici. Il suo procedere tanto dolce, manieroso, e modesto obbligava ogn’uno ad amarlo, e riverirlo. Queste belle prerogative, unite a quelle del suo sapere gli procacciarono somma stima, ed amore dal Vescovo di Brescia Monsignor Vincenzio Giustiniani, il quale essendo vacato il posto[1] di Curato della Prevostura di San Lorenzo di quella Città volle commettere[2] [36] al suo zelo la cura, e lo spirituale governo del medesimo. Egli giustificò questa scelta coll’esercizio di tutte le virtù pastorali, onde fu per quella greggia tanto salutare.
Siccome dalla sua più tenera gioventù pose ogni attenzione in raccogliere memorie, spettanti a questa sua patria, cosí ne’ momenti di ozio, che gli accordava il suo ministero le compilò, e le diede anche alle stampe in Brescia l’anno 1640 col titolo =Istoria di Quinzano Castello del Territorio di Brescia= in 8°.
In questa Storia (1) v’ha delle favole in vero, ma la credulità dei tempi non illustrati dal genio di critica, che regna al presente, scusa in gran parte il nostro Piccioni. Egli non esaminò parecchie tradizioni popolari, che non han fondamento, e che egli ci ha trasmesse sulla parola di persone per altro autorevoli, che a lui le avevano raccontate. Ma altre regole di verità ci conviene seguire, quando trattasi d’informare il pubblico, il di cui giudizio deve sempre temersi, e rispettarsi. Dello stile non farò parole, perchè è quello del suo Secolo[3]. Nondimeno Quinzano sarà sempre[4] obbligato alla sua diligenza, e premura[5]. Se non avesse avuto questo Scrittore, che in parte lo illustrasse le sue Memorie sarebbero molto ristrette[6]. Egli morì l’anno 1646 alli 16 di Ottobre (2).
(1) Il Signor Conte Giammaria Mazzucchelli di sempre gloriosa, e onorata riccordanza nelle sue =Memorie Letterarie= Manoscritte, cioè nel Tomo V a carte 74 riferisce onorevolmente questa Storia.
(2) Di lui parla con lode il Padre Leonardo Cozzando nella sua =Libraria Bresciana= Parte II a carte 222; e nella sua =Storia Bresciana= Parte I a carte 142.
[1] A: «la dignità». [2] A: «mediante il consenso di quel Prevosto». [3] «il di cui... secolo»: aggiunta di B. [4] A: «è molto». [5] «e premura»: aggiunta di B.
[6] Nota di Guerrini: «D. Agostino Pizzoni fu nominato Cappellano curato di S. Maria di Passione in S. Lorenzo il 24 luglio 1634 dal prevosto Giambattista Ermanni, che era stato suo predecessore nello stesso beneficio. Il Peroni Bibl. Bresc. III, 55 lo chiama «prete secolare di ottimi costumi e versato nella erudizione e belle lettere». Egli scrisse la storia di Quinzano a Brescia, durante la residenza in cura d’anime e in un periodo tristissimo delle condizioni economiche e sociali della città, decimata dalla peste nel 1630. Anche le condizioni della cultura non erano le più propizie per tentare un simile lavoro di storia locale, che risente quindi le difficoltà dell’ambiente e della mentalità del tempo. Ad ogni modo a ragione il Nember scrive che dobbiamo essere grati a questo modesto curato per la prima (e finora unica) storia di Quinzano, come dobbiamo essere grati al domenicano Codagli per quella di Orzinuovi e al francescano Rinaldi per quella di Iseo, primi tentativi di illustrare la storia locale dei principali paesi della nostra provincia.»